GLI ANTIOSSIDANTI

Gli antiossidanti sono delle sostanze in grado di neutralizzare i cosiddetti radicali liberi. Questi ultimi si formano durante i normali processi di produzione di energia, a causa dell’ossigeno necessario. Per essere più chiari, normalmente, solo una piccola parte dell’ossigeno genera queste sostanze, quantità che, in condizioni di riposo, si può valutare intorno al 5 per cento. Quando si pratica attività fisica, soprattutto di resistenza come il ciclismo, il nostro corpo necessita di grandi quantità di ossigeno per produrre tutta l’energia necessaria a far contrarre i muscoli. Il consumo di ossigeno rispetto alle condizioni di riposo può aumentare anche di dieci-venti volte e l’ossigeno che attraversa i muscoli anche di cento-duecento volte. Questo grande aumento del consumo di ossigeno da parte dei muscoli interessati nel gesto atletico può fare aumentare anche di due o tre volte la quantità di radicali liberi prodotti. I radicali liberi sono stati chiamati in causa in molte patologie, anche come causa di tumori, e in particolare nei processi di invecchiamento. Naturalmente non hanno una responsabilità diretta, non sono la causa della malattia o dell’invecchiamento, ma contribuiscono sicuramente alla loro insorgenza e alla loro evoluzione nel tempo. I radicali liberi danneggiano le membrane delle cellule, le proteine e il Dna, l’acido desossiribonucleico, cioè i geni, la sede di tutte le informazioni necessarie alla crescita, allo sviluppo e al funzionamento delle cellule.

Le cause legate all’attività fisica
La necessità di utilizzare molto ossigeno per produrre l’energia necessaria a far lavorare i muscoli causa un aumento della produzione di radicali liberi. Una seconda possibile causa è legata alle modificazioni della circolazione del sangue. La quantità di sangue del nostro organismo non è sufficiente perché tutte le sue funzioni lavorino a pieno regime. Durante l’attività fisica, di conseguenza, aumenta la quantità di sangue inviata ai muscoli e si riduce quella inviata ad altri organi non necessari all’attività fisica stessa, come l’apparato digerente, il fegato, la milza, il rene. A questi organi, e a volte ai muscoli stessi, sia se si esprimono a massima intensità o no, può transitoriamente non arrivare ossigeno a sufficienza per il loro fabbisogno minimo vitale. Al termine dell’esercizio, la ripresa della normale circolazione verso tutti gli organi e il ripristino del giusto apporto di ossigeno possono determinare un aumento della produzione di radicali liberi. Un’altra causa è poi l’aumento della produzione di catecolamine, l’adrenalina, durante l’attività fisica, e queste possono essere una fonte di produzione di radicali liberi. L’attività fisica aumenta, quindi, la produzione di radicali liberi, dannosi per il nostro organismo, ed è stato inoltre evidenziato come si riduca la quantità di sostanze antiossidanti disponibili in grado di neutralizzarli. Questa riduzione può comunque essere attribuibile a un aumento delle necessità del nostro organismo, impegnato a liberarsi da queste sostanze nocive prodotte in eccesso. Aumentando i radicali liberi, viene utilizzata una quota maggiore di antiossidanti disponibili e, di conseguenza, si riduce la loro quantità.

L’allenamento e le abitudini di vita
È normale preoccuparsi e chiedersi se praticare attività fisica non possa fare male. Come al solito, il nostro organismo dimostra ancora una volta di essere una macchina perfetta e intelligente. Grazie al regolare allenamento, infatti, le capacità antiossidanti aumentano e diventano più potenti. L’inevitabile produzione di radicali liberi in eccesso viene così prontamente compensata. Il nostro organismo impara a utilizzare al meglio gli antiossidanti che nell’atleta risultano essere più “bravi” a neutralizzare i radicali liberi. È stato infatti visto come l’attività antiossidante sia proporzionale alle qualità dell’atleta: più è alto il consumo massimo di ossigeno, parametro che misura le doti di resistenza, più potenti sono i sistemi organici antiossidanti. A questo punto è bene citare anche altre cause di aumento della produzione di radicali liberi, come il fumo, l’etilismo e la permanenza in alta quota. Anche la dieta influenza le nostre capacità antiossidanti. È stato dimostrato come un’alimentazione abbondante determini una maggiore produzione di radicali liberi. Paradossalmente, anche un’alimentazione insufficiente determina lo stesso effetto. In esperimenti su animali è stato visto come una riduzione del 40 per cento del cibo assunto spontaneamente migliorasse lo stato di salute, riducesse i radicali liberi e aumentasse le aspettative di vita. Per gli stessi animali, alimentazioni più ridotte causavano esattamente l’effetto opposto. In altre parole, un’alimentazione adeguata qualitativamente e quantitativamente, la pratica regolare di attività fisica, l’astensione dal fumo e l’assunzione moderata di alcolici, sono le migliori armi contro i radicali liberi e le conseguenze di un loro eccesso.

Gli antiossidanti
Quali sono gli antiossidanti che il nostro organismo ha a disposizione? Sono diverse sostanze, tra cui alcune vitamine e un minerale. Le vitamine che svolgono attività antiossidante sono la vitamina E, la vitamina C e la vitamina A. Le vitamine sono sostanze che vengono normalmente fornite dalla dieta e si trovano, generalmente, negli alimenti di origine vegetale (frutta e verdura). Il minerale con la nota proprietà antiossidante è il selenio. Il selenio, nella dieta, si trova soprattutto nelle carni e nei pesci, il cui contenuto dipende dal selenio che essi assumono con l’alimentazione. Per le loro attività antiossidanti il selenio e la vitamina E sono spesso citati come sostanze antivecchiaia.

Altri antiossidanti
Fra gli altri antiossidanti, citiamo l’ubichinoni e il coenzima Q, fattore indispensabile alla produzione di energia per via aerobica e che si trova nella carne di vitello, nelle sardine, negli spinaci e nelle noccioline. Inoltre il glutatione, sostanza conosciuta in medicina come disintossicante, che viene infatti impiegato contro i danni provocati dall’etilismo e nelle intossicazioni da farmaci. Un ultimo antiossidante da citare è l’acido lipoico, contenuto nei vegetali e, soprattutto, negli spinaci.

Antiossidanti e sport
Molte ricerche hanno cercato di evidenziare danni da carenza di antiossidanti e gli effetti della loro assunzione sull’attività fisica e sulla prestazione. La più studiata è la vitamina E. Dai risultati ottenuti, non è facile trarre conclusioni. Apparentemente gli antiossidanti non influenzano la prestazione, mentre proteggono i tessuti dai danni legati all’attività fisica stessa. In particolare, sarebbero meno importanti i danni al muscolo, danni legati alla sola attività fisica e al loro uso intenso, senza naturalmente influenzare i possibili danni da traumi. In altre parole, gli antiossidanti non prevengono strappi, stiramenti, infiammazioni, contratture, ma quel lento logorio invisibile. La vitamina E è quella che svolge il ruolo più importante, assieme al selenio. L’importanza fondamentale della vitamina E risiede nel fatto che né il selenio né la vitamina C riescono a supplire a sue eventuali carenze. L’attività di altri antiossidanti potenzia, ma non sostituisce, l’azione principale svolta dalla vitamina E. Naturalmente, anche in questo caso, anche se vitamina E, A e C non presentano particolare tossicità, si devono tenere ben presenti le abitudini dietetiche e devono essere evidenziate eventuali carenze, prima di assumere integrazioni, in particolare si deve fare attenzione nei riguardi della vitamina E, l’ antiossidante più utilizzato dal nostro organismo. L’atleta, rispetto al non atleta, ha sicuramente un fabbisogno aumentato di queste sostanze, anche se è più bravo a smaltire, neutralizzare i radicali liberi prodotti in abbondanza durante l’attività fisica. Paradossalmente molti antiossidanti assunti a grandi dosi possono causare l’effetto opposto, ovvero essere essi stessi fonte di produzione di radicali liberi.

Come funzionano
Un normale atomo di ossigeno ha quattro paia di elettroni. Il metabolismo naturale del corpo può sottrarre un elettrone all’atomo, che diventa, quindi, un radicale libero che cerca di rimpiazzare l’elettrone perso attaccando altre molecole. Quando un radicale libero, si appropria di un elettrone da una molecola, si forma un nuovo radicale libero, creando, in questa maniera, una reazione a catena. Il furto a catena degli elettroni corrode la membrana cellulare, portando alla disintegrazione della cellula stessa, aprendo la porta a tumori e ad altre malattie. Grazie alla loro struttura molecolare, gli antiossidanti possono fornire elettroni ai radicali liberi, senza per questo diventare pericolosi, fermando la pericolosa reazione a catena.